Alleghe dagli albori ad oggi

Grazie al prezioso lavoro di ricerca degli storici locali e ad antichi ritrovamenti è stato possibile ricostruire le tracce della storia del paese dalle prime presenze stanziali in valle sino ai giorni nostri ma con una grande peculiarità che ha fortemente caratterizzato Alleghe: la formazione del suo Lago che ha determinato nel percorso storico un “prima” e un “dopo” davvero importante.

Si trova una puntuale ricostruzione storica nelle pubblicazioni evidenziate in calce e reperibili in paese ben sintetizzate dal sito alleghelago.eu del quale riproponiamo gli avvenimenti in ordine cronologico:

La prima parte storica ricostruibile che identifica i primi insediamenti e l’orografia dei luoghi sino agli eventi naturali che portarono alla formazione del lago è denominata:
“Alleghe dalle origini al Lago” 

L’affascinante e tragico evento naturale che portò alla formazione del Lago è stato ricordato nel corso del 2021 dal Comuni di Alleghe e Rocca Pietore con un emozionante spettacolo teatrale che si è tenuto sul corpo di frana dove oggi sorge Villa Paganini Ruspoli e di cui riportiamo qui la descrizione tratta da alleghelago.eu nel paragrafo intitolato:  “Il Monte Piz e le frane”

Questi avvenimenti provocarono grandi cambiamenti nella vita della popolazione non secondaria la separazione tra le due sponde del lago di cui leggiamo nel paragrafo intitolato: “La diga naturale e la viabilità”

Con la profonda modifica orografica anche l’economia del luogo subì radicali cambiamenti meglio descritti
nel paragrafo: “I paesi scomparsi e gli sfollati”

Nel secolo seguente, con l’arrivo in valle dei primi esploratori e letterati appartenenti alla nobiltà inglese, assidua frequentatrice delle Dolomiti ebbe avvio un fenomeno nuovo e determinante per Alleghe: il turismo.  Grazie al processo di divulgazione svolto da questi personaggi furono gli alpinisti i primi pionieri a visitare la valle, soprattutto affascinati dalla grande parete Nord-Ovest del Civetta che sovrasta e si specchia nelle placide e cristalline acque del lago di Alleghe.

La frazione di Caprile, terra di confine tra l’impero Asburgico e la Serenissima Repubblica di Venezia riporta ancora oggi importanti testimonianze storiche di quel periodo e susseguentemente con lo sviluppo del turismo.

Anche il sommo poeta Giosuè Carducci soggiornò nel 1886 a Caprile presso l’allora Albergo Alle Alpi per un periodo di riposo. Oggi un suo percorso abituale è diventato un sentiero tematico ad anello a lui dedicato e percorso ogni giorno da numerosi escursionisti.

La Frazione di Caprile


Archivio Cotac

Caprile è situata 4 km a Nord di Alleghe e ne è la principale frazione. E’ posta alla confluenza di tre importanti torrenti che disegnano l’orografica di questa valle: il Fiorentina, il Pettorina e appunto il Cordevole che ha le sorgenti al Passo Pordoi. La sua posizione ne ha caratterizzato l’economia di un tempo, qui infatti si trovavano i forni fusori, i cui mantici potevano essere mossi dall’energia dei corsi d’acqua, che provvedevano alla lavorazione del ferro proveniente dalle miniere del Fursil in Comune di Colle Santa Luca.

La stessa posizione alla confluenza dei torrenti ha reso Caprile soggetta a disastri alluvionali che ne hanno periodicamente condizionato l’esistenza. Particolarmente pesante fu quella del 1966 dove buona parte del paese fu sommerso dalle acque e devastato dai detriti trasportati a valle.

Terra di confine contesa tra l’impero Austroungarico e la Serenissima Repubblica di Venezia fu in seguito uno dei primi paesi in cui si sviluppò il turismo dolomitico. Dapprima gli alpinisti inglesi che affascinati dalle vicine pareti verticali trovarono ospitalità presso le prime strutture ricettive che sorsero in paese. In seguito meta di vacanze di personaggi illustri. Tra tutti viene ricordato il Carducci che trascorse qui un periodo di vacanza rigenerante e che oggi è ricordato da un sentiero a lui dedicato.

Di particolare pregio il centro storico del paese dove campeggia la Colonna di San Marco, eretta dagli abitanti nel diciassettesimo secolo per testimoniare la fedeltà alla Serenissima e in particolare al veneziano Simone Benzoni autore di una importante mediazione sui territori contesi con il Tirolo.

Alleghe Hockey la tradizione sportiva del paese

La tradizione dell’Hockey su ghiaccio ad Alleghe nasce con la costituzione della prima società sportiva nel lontano 1930. Grazie alla presenza del lago ghiacciato in inverno i giovani di allora si cimentavano nelle prime pattinate. Alcuni importanti eventi furono organizzati sul lago ghiacciato sul quale prendevano forma la pista per il pattinaggio di velocità e il rettangolo per l’hockey.

Passati i primi anni pionieristici e l’intervallo causato dalla guerra vi fu a partire dalla stagione 1946/47 la ripresa dell’attività e la squadra locale iniziò a disputare i primi campionati con il nome di Hocley Club Alleghe. Con l’arrivo di allenatori e dei primi giocatori stranieri vi fu grande fermento in paese attorno a questo sport e l’entusiasmo collettivo con cui si seguiva la squadra portò alla fine del 1952 alla decisione di spostare il campo da gioco dal lago ad una pista sulla terraferma realizzata proprio nel centro del paese dove tutt’oggi sorge il moderno palazzo del ghiaccio.

 In questo periodo vennero anche adottati i nuovi storici colori sociali con maglie bianco e rosse sulle quali campeggiava una grande A rendendo inconfondibile la squadra. L’alluvione del 1966 segnò profondamente questo territorio e dopo due anni passati per la ricostruzione, con i migliori giocatori che avevano preso la via dei grandi club cittadini, la squadra riprese la risalita verso il campionato di Serie A.

Nel 1972 viene realizzata la pista artificiale che consentiva di utilizzare il ghiaccio durante tutto il corso dell’anno e bisognerà attendere le universiadi della stagione 84/85 per vedere la moderna copertura dello stadio oggi intitolato ad Alvise De Toni.

La storica Birreria di Masarè

Dall'articolo di Alba Case pubblicato sul bollettino parrochiale di Alleghe 
"LA BIRARIA"
A Masarè verso i primi anni del 1900 Paolo De Toni, nato ad Alleghe il 9 gennaio 1871, costruì sopra i massi e i detriti della frana del monte Piz un grande caseggiato per la produzione della birra.Le prime bottiglie della birra qui prodotte portano una scrittura in rilievo: SOCIETÀ BIRRERIA MASARÈ, che successivamente si trasformò in  FABBRICA BIRRA ALLEGHE.
Per la produzione del biondo e spumeggiante liquido ed anche per lavare le bottiglie e per l’energia elettrica si ottenne dal Comune di Alleghe la concessione di un affluente del Cordevole, il Ru-alt.
La fabbrica era in piena attività durante la primavera e l’estate. Si assumevano 15-18 operai .In autunno si faceva l’ultima kota  che doveva bastare per tutto l’inverno. Nella stagione fredda rimanevano a lavorare saltuariamente uno o due operai: la richiesta invernale era logicamente inferiore a quella estiva.
La birra veniva messa nei barili o nelle bottiglie di vetro e trasportata su due camioncini detti “Americana” e “Spa” che avevano anche un piccolo rimorchietto, ma a seconda dei casi, veniva impiegato anche il carretto tirato dal cavallo che era sostituito dalla slitta durante l’inverno.
Per la produzione della birra vennero impiegati maestri birrai tedeschi. Si ha notizia precisa del maestro birraio austriaco Julius Sefietz che era qui da noi il 13 luglio 1911 (ANGELINI G. “civetta per le vie del passato”, pag 340).
Durante la guerra del 15-18 si continuò saltuariamente a produrre la birra, Finita la guerra con il ritorno a casa degli uomini l’attività riprese normalmente anzi si fecero delle migliorie e si ampliò la fabbrica. Avvalendosi della esperienza precedente , la birra migliorò ulteriormente e divenne ottima.

 

Alluvione del 1966 e Uragano Vaia 2018

Nel corso della storia recente due eventi hanno colpito questi territori ridisegnando l'orografia della valle.

Nel novembre del 1966 anche queste valli furono duramente colpite dalla grande alluvione.
Danni particolarmente significativi si registrarono a Caprile che lo ricordiamo sorge alla confluenza di tre torrenti. Da uno di questi, il Fiorentina, si creo uno sbarramento che sopraffatto dalla forza delle acque proruppe a valle con grande energia trasportando grandi quantità di materiali e legname invadendo e sommergendo tutta Caprile. Ovviamente anche gli altri paesi compreso Alleghe subirono danni ingenti. La devastazione che seguì è ben documentata dalle foto storiche di allora

Di recente, nel 2018, dopo poco più di 50 anni dall’alluvione del 1966 un nuovo evento calamitoso ha colpito pesantemente tutta la valle e le sue ferite sono tutt’ora ben visibili sia nel bosco che nel fondovalle.
Si è trattato di un uragano denominato “Vaia” che ha portato oltre a quantitativi d’acqua simili a quelli del 66 anche una fortissima tempesta di vento che ha scoperchiato case, abbattuto interi boschi inondato tutto il lungolago del paese,  distrutto tutta la rete sentieristica e ciclabile dell’alto Agordino che per un’intera settimana è rimasto isolato per i danni alla rete viabile, senza luce, collegamenti telefonici e internet ma per fortuna senza provocare vittime

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